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  • Pietro

Appenzeller Alpenbitter

🌿Nella parola erbario confluiscono due definizioni diverse, seppur storicamente e concettualmente legate tra loro: da una parte un compendio che descrive più o meno riccamente il regno vegetale (herbarium o hortus siccus); dall'altra, un edificio atto a ospitare una o più collezioni di campioni secchi (exsiccata).


La confidenza che l'uomo ha stabilito con il mondo vegetale lo ha portato ad avvicinare le piante inizialmente per inquadrarle in una rudimentale classificazione per commestibilità o tossicità, quindi a osservarne macroscopicamente i cicli vitali, infine alla domesticazione, conoscenza di virtù, proprietà medico-farmacologiche, dettagli sui cicli biologici.


Anticamente l'erbario era un libro, spesso ricco di illustrazioni miniate, che descriveva le piante nella sua struttura, nelle sue caratteristiche medicinali, di semina, di raccolta, ecc.. Il primo erbario conosciuto è quello di Dioscoride di Anazarbo, un medico della Cilicia che nel I secolo d.C. arrivò a Roma e scrisse la sua principale opera: De materia medica.


Successivamente l’erbario divenne una raccolta di campioni secchi, dove vi era la raccolta della pianta, la sua essicazione tramite compressione e classificazione per informazioni.


All’Appenzeller Alpenbitter AG, in Svizzera, troviamo un’area tutta dedicata alla conservazione delle 42 erbe che ne caratterizzano il loro amaro. Un vero e proprio scrigno di profumi iniziato nel 1902 da Emil Ebneter, tutt’oggi patrimonio della famiglia.


Una concentrazione d’energia alpina, miscela armonicamente la radice di genziana, liquirizia, anice e fiori, ed evolve con aromi di mentolo e menta. Rotondo al palato presenta note speziate con richiami agrumati, donando un piacevole gusto amaricante.


🧊Consumare freddo o on the rocks.


🌡 Gradazione: 29%

📍 Formato: 700ml

🌍 Svizzera

🌱 Aromatico medio

💰 Prezzo: 30 euro


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